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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: il Piano in 6 punti

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato inviato dal governo Draghi alla Commissione Europea il 30 aprile. Questa nota commenta 6 aspetti del piano:

1. Diverse cifre sono circolate riguardo l’ammontare complessivo del piano (200, 235, 248 miliardi).

2. Sebbene le risorse rese disponibili dall’UE siano diminuite, il PNRR Draghi è un po’ più ampio di quello di Conte anche perché si sono confermate spese che il PNRR Conte considerava ancora come incerte. A fronte di questi c’è un maggiore indebitamento verso i mercati finanziari. Le principali differenze nella distribuzione delle risorse tra il PNNR Draghi e quello Conte riguardano la spesa per innovazione, trasporti ed energia verde e istruzione.

3. L’impatto dell’attuale piano sul Pil nei prossimi anni (2021-2026) è stato rivisto al rialzo rispetto al piano presentato dal governo Conte, non tanto per la maggiore spesa, ma per la diversa composizione della stessa

4. La struttura del piano appare molto frammentata (107 investimenti su un totale di 162 sono sotto il miliardo di euro). Ciò potrebbe creare difficoltà nell’implementazione e nel monitoraggio.

5. Sebbene i finanziamenti per il piano siano disponibili solo temporaneamente, molti degli interventi previsti comporteranno un aumento permanente delle spese di gestione.

6. Per gli investimenti e le riforme settoriali mancano ancora informazioni cruciali, compreso sui tempi di implementazione. Queste informazioni saranno contenute nelle “schede tecniche”, ancora non disponibili.

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